giovedì 30 aprile 2015

6 gradi di separazione - Federica Nalbone

Il peso di un segreto porta Arianne alla Mogove High School, una scuola privata che le permetterà di rimanere un anno lontano da casa e da qualsiasi persona lei abbia mai conosciuto. Al suo arrivo, però, scopre con grande sorpresa la presenza delle cugine Juls e Myranda, perse di vista ormai da anni dopo aver trascorso l'infanzia come sorelle. Le loro personalità differenti sembrano complementari, tanto da spingerle le une verso le altre, proprio come un tempo, e tanto da attirare le attenzioni di ulteriori persone intorno a loro. Su tutti, Richard Evans, che dimostra aperta e gratuita ostilità nei confronti di Arianne; eppure è sempre intorno a lei, forse a causa delle lezioni in comune, forse perché la osserva più di quanto desideri ammettere. Lei lo cerca sempre, ne è ossessionata e, fra timori e scontri, fra loro sboccia qualcosa di inaspettato che non può più essere negato.
Una storia che parla di legami, desideri, amicizia, amore e fiducia, simbolicamente districata nel corso delle pagine attraverso la teoria dei sei gradi di separazione.


“ Se una persona è distante un grado di separazione dalle persone che conosce personalmente, e due gradi di separazione dai soggetti conosciuti dalle persone che conosce personalmente, è distante al massimo sei gradi di separazione da ogni persona presente sulla Terra. In pratica, ogni persona è collegata a una qualsiasi altra da una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari…”
                                                                                                                                            Frigyes Karinthy

La storia inizia misteriosamente e, sì, posso affermare che finisce portandosi con sé un mistero insoluto. Ma prima di correre alla fine del romanzo, ho molte cose da dirvi. Innanzitutto non è la prima opera che leggo di questa scrittrice, Federica Nalbone, bensì la seconda e, come tale, devo dire che è stata la conferma ufficiale di ciò che pensavo di lei. Per chi non avesse letto la mia recensione di ‘Soltanto un altro giorno’, (Qui) in breve, secondo me lei è davvero eccellente. La scrittura è scorrevole ma articolata; non usa termini banali e i dialoghi sono sempre interessanti e dinamici. Insomma, tutto quello che noi lettrici ci aspetteremmo da un bel romanzo. E anche in questo romanzo, non mi ha deluso.

Vorrei aprire una parentesi particolare sul titolo, ‘6 gradi di separazione’. Come avete potuto leggere nella citazione sopra riportata, questa è una teoria scientifica secondo la quale ogni essere umano sulla Terra è distante solo sei gradi, ovvero cinque persone. Solo il titolo ha una sua propria storia, ci sta raccontando qualcosa che approfondiremo nel romanzo. Ed è una cosa inusuale; in genere, i titoli sono banali, idioti (permettetemelo), casuali, insensati. Titoli che non incuriosirebbero nemmeno il più grande dei lettori; ma questo ci dà un indizio importante: non ci troviamo di fronte ad un qualunque romanzo.

La protagonista, Arianne, cattura la mia attenzione e simpatia sin da subito. Ma per la prima volta forse mi ritrovo ad amare quasi tutti i personaggi. Le cugine di Arianne,Juls e Myranda, sono dei personaggi che dovrebbero essere secondari e, invece, se si fa attenzione si vede che sono caratterizzate come fossero anche loro protagoniste. Rick è strano; è l’unica parola che associo spontaneamente a questo personaggio. Devo ammetterlo, non sono entrata subito in empatia con lui; non mi ispirava per nulla. Il suo atteggiamento scontroso,riservato, arrogante non mi ha entusiasmato anche se,ovviamente, durante la narrazione si scoprirà di più sul suo conto. La loro relazione non si esaurisce nell’arco di dieci pagine, né risultano innamorati follemente al primo sguardo, come due ‘stupidi’ teenagers. Costruiscono la loro storia gradualmente, come faremmo noi nella realtà sostanzialmente.

“Arianne non capì se il ragazzo avesse il rancore negli occhi o soltanto un involontario sguardo da stronzo ma, in ogni caso, ispirava antipatia a pelle e doveva esserne ben conscio. Eppure la dolcezza del suo volto si scontrava, facendo quasi a pugni, con l’espressione scostante che assumeva. Le labbra lisce e piene erano strette in una piega dura, le sopracciglia aggrottate; quel ragazzo sembrava un controsenso di aspetto e atteggiamento, ma c’era tropo caos per indagare a fondo su com’era e come sembrava.”

L’elemento che mi fa letteralmente amare questa storia, e in generale gli scritti di questa ragazza, è il fatto che le storie, gli avvenimenti, i rapporti amorosi o d’amicizia che siano, sono del tutto ancorati alla realtà. Mi spiego meglio: quello che odio, personalmente, dei romanzi che parlano ‘d’amore’ o in qualche modo di una coppia, sono surreali.( E non ditemi di no perché la maggior parte è così!) E non c’è nulla di male, in fondo, nel sognare, nell’immaginare un qualcosa che nella realtà non esiste; ma, a parer mio, non c’è nulla di più bello di una storia che parla di qualcosa che è reale, che può accadere, che è concreto. E’ molto semplice rivedersi nelle azioni della protagonista  e nelle sue vicende.
Amiamo i libri perché ci trasportano in un mondo diverso da quello in cui viviamo. Ci ritroviamo distanti anni luce dalla realtà e quando sfogliamo l’ultima pagina della storia è come se le porte di quell’universo si chiudessero e torniamo bruscamente alla cruda realtà che non è come abbiamo immaginato, come abbiamo appena letto. 
Questa cosa ci destabilizza, ci porta a pensare di volere un mondo diverso, a desiderare di vivere una storia come quella che abbiamo appena letto; rimaniamo delusi, in fondo, a riscontrare che niente di tutto quello che abbiamo appena letto è effettivamente possibile.
Ma questo romanzo non è così. Quando ho letto l’ultima riga non sono tornata alla realtà, perché già c’ero. Ed è stata una sensazione bellissima capire che un qualcosa del genere potrebbe accadere; di certo, non ne ho la certezza, ma in qualche modo la storia tra Rick e Arianne, il mistero della sua famiglia, è realizzabile.
Quindi vi esorto a leggerlo, sono sicura che vi piacerà. E poi ne vale la pena!

VOTO:


FRANCESCA.




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