venerdì 20 marzo 2015

Wunderkind - D’Andrea G.L.

Casa Editrice: Mondadori

Data Pubblicazione:2009

Pagine:390

Prezzo:8,50


TRAMA: Caius è un giovane ragazzo, con una vita apparentemente tranquilla, o almeno credeva. Ma tutto cambiò. Da quando quella moneta d’argento entrò nella sua vita. Da quando quell'uomo orribile di Spiegelmann gliela donò e da quando scoprì il Dent de Nuit, un misterioso e tenebroso quartiere dove la gente che ci vive sarebbe disposta a donare sangue e vite innocenti per realizzare i propri desideri. E lui è quello che nessuno si sarebbe mai aspettato, il Wunderkind. Quel ragazzo per cui gli abitanti del quartiere sarebbero disposti a morire, ma altri, come il malvagio Spiegelmann, ad uccidere…

-Tua madre sapeva chi sei veramente, Caius. Lo sapeva e lo temeva.
-Chi sono io-  chiese Caius
-Tu sei il Wunderkind.

LA MIA RECENSIONE: In questa recensione cercherò di spiegare molto più a fondo lo stile del libro, per darne già un’idea precisa. Partiamo dal presupposto che un romanzo Fantasy debba appassionare molto i suoi lettori. Importanti sono le descrizioni fisiche, ma anche caratteriali delle varie componenti del romanzo.
Ecco, immaginate un libro dove i personaggi non hanno spessore, né una personalità ben definita. Anche se andremo a scavare nei meandri più profondi del romanzo non troveremo nulla, solo personaggi che risulteranno meno interessanti persino di una formica.

Un esempio è proprio il nostro protagonista, Caius. Non si può di certo definire una grande mente, né un personaggio furbo o per lo meno “accattivante”. Infatti i suoi commenti saranno in qualsivoglia situazione di questo tipo: “Non è vero!” “Non può essere!” “Dimmi che stai scherzando!”. Ma la cosa peggiore non è quando parlerà, benché sia fastidioso a prescindere, ma quando starà zitto. Specialmente all’inizio. Oltre ad esordire a qualunque tipo di risposta gli venga data con un “Cosa?” “Come?” “Perché?” rendendolo quasi privo di capacità di ragionamento o logica, nel momento in cui si zittisce ci perdiamo nei suoi pensieri contorti e complicati, che spesso non seguono il senso del discorso di ciò che è stato detto in precedenza e vanno a perdersi in dettagli inutili, rendendo la narrazione ancora più pesante di quanto non fosse già prima.
Ma non soffermiamoci troppo sul protagonista, ci sono altri personaggi che meritano la nostra attenzione. Come Van Zant, il classico eroe della storia che aiuterà Caius in ogni situazione, assieme ai suoi “compari”.  Rimarrà un personaggio fastidioso per tutta la storia e anche lui, come Caius, non avrà una personalità ben definita. Soltanto qualche imprecazione messa ogni tanto all'interno di qualsiasi frase e questa sua “ferocia” che trasmette. E’ il tipico personaggio che non lascia trasparire nulla, senza alcuna morale o etica, pronto a sferrare odiose e sfacciate risposte in faccia in qualsiasi momento, con una rapidità e freddezza da record.
 L’ambiente non ha nulla di particolare, le descrizioni sono appena accennate e quando invece vengono spiegate nel dettaglio l’autore si perde (come al solito) in noiosi ed esasperanti aneddoti. L’inizio è sempre promettente, ma il declino si vede già alla terza riga, dilungandosi in discorsi che dovrebbero sollecitare il lettore a porsi alcune domande, come “Ma perché è stata costruito/a?” “Che cos’era?” “A cosa serve?” “E una volta invece?”, ma che invece sollecitano più che altro a chiedersi se l’autore faccia sul serio a scrivere descrizioni così futili.
 Il libro non è risultato nulla di speciale. La storia neppure, solita trama confezionata, proposta e riproposta migliaia di volte. Il cattivo che vuole sfruttare per i suoi scopi il buono, i buoni che difendono il buono, il buono che non si rende conto di nulla fino a che in un momento si sveglia e salva tutti. Il finale è incompleto, sotto qualsiasi punto di vista.
Ammetto che varie volte ho dovuto rileggere la stessa pagina, proprio perché non ci capivo nulla. Poi finalmente mi sono reso conto che cercare di comprendere quel libro era come risolvere un’equazione di matematica, complesso e dispendioso. Solo che a differenza di un’equazione questo libro non verrà mai “decifrato” e molte sue parti rimarranno confuse e disordinate. Rinuncio già alla lettura degli altri titoli, che in teoria dovrebbero uscire o essere già in commercio, anche se introvabili.
Cercare di leggere e soprattutto capire questo libro è stata solo una battaglia persa in partenza, ma comunque durata fino alla fine.
VOTO:
                                 

Questa recensione è stata scritta da ABNEGANTE.

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