lunedì 27 aprile 2015

Shadow_ Le terre delle anime perse - Sarah Fine

Titolo originale: Sanctum
Categoria: Urban fantasy YA
Autrice: Sarah Fine


Due amiche: Lela, diciassette anni e già un passato tormentato alle spalle, e Nadia che invece sembra avere avuto tutto. Così diverse eppure inseparabili tanto che quando Nadia misteriosamente si toglie la vita, Lela non può lasciarla andare. A costo di rinunciare alla propria anima deve riportare indietro Nadia, imprigionata all’inferno. Decide così di compiere il viaggio più difficile, di abbandonare il mondo terreno e scendere nella città delle tenebre: il regno del terrore e dell’oscurità infestato da creature demoniache e mostruose.
Proprio quando il male sembra averla risucchiata, al suo fianco compare Malachi, il capitano delle guardie, sentinella delle anime perse. Una creatura buia come la notte ma dall’animo di fuoco, dalla bellezza penetrante e pericolosa. Capace di emanare sicurezza e incutere timore. Un alleato deciso a difenderla nel viaggio nella notte più profonda. Un guerriero destinato a cambiare il suo destino. Innamorarsi all’inferno è pericoloso…




Devo ammettere che malgrado le mie aspettative questa storia non mi ha presa fin dall'inizio.  Ho impiegato molto tempo per terminarla, più di quanto ne avessi voluto. Ed anche giunta alla fine del libro mi trovo costretta ad ammettere che non ho provato empatia nei confronti di Lela o di Nadia. Tuttavia Malachi è stata una vera sorpresa. Ma andiamo con ordine. 


Lela è una ragazza costretta a crescere troppo in fretta: con lei la vita non è stata particolarmente clemente, difatti nasconde una storia di abusi reiterati, abbandoni e deprivazioni. Ha imparato a proprie spese che la fiducia è la prima nemica che incontriamo alla nascita, ti colma e ti toglie tutto proprio quando credi che forse non tutto è perduto.
Nadia, la classica ragazza che ha avuto dalla vita ogni genere di comfort ed agio, le bastava fare gli occhi dolci e tutto era perfetto. Ma come ci insegnano parecchi film americani, è l'emblema dell solitudine, dell'apparenza e del vuoto. Non ha ricevuto amore, quello vero. Fintanto che non ha incontrato Lela, una ragazza piena di segreti e dal passato discutibile che però non ha esitato un attimo a salvarla quando si stava mettendo nei guai.
Ragazze insicure, ragazze "rotte", i cui destini sono intrecciati in un legame che va oltre la vita. Ed è proprio questo legame che porterà Lela a compiere un viaggio nel suo peggiore incubo, in un mondo che aveva sempre bramato ma da cui era stata tanto spaventata, perché lo sapeva: i cancelli la stavano aspettando, di nuovo.
C'è un posto speciale per chi decide di metter fine alla propria vita, un posto dove vagare fino al giorno del giudizio, nel vero senso della parola!  Lela sa che quel posto distruggerà definitivamente la sua migliore amica e farà di tutto pur di salvarla, pur di salvarsi. Poiché quel viaggio le farà capire tanto di se stessa, per quanto paradossale la farà vivere.

In questo luogo conoscerà Malachi, in apparenza giovane e forte, una guardia delle anime perse, una vita spezzata dalla bestialità dell'uomo,  un giovane che avrebbe solo voluto vivere. L'unico che riuscirà a far ricredere la protagonista.  Ed è per lui che ho concluso il libro. È rimasto una persona persino nella brutalità delle cose che accadevano lì, in quel luogo così abilmente descritto da Sarah Fine, un luogo inquietante specchio della vita che viviamo, ma dieci o forse cento volte più crudo: case che crescono, frivolezze a portata di mano, violenza in ogni dove e senza punizioni. L'utopia del male...E vi sono poi i Mazikin, dei mostri lussuriosi intenti a creare delle brecce, delle distorsioni spazio-temporali tra i mondi. Un po come ha fatto inconsapevolmente Lela tatuandosi il volto di Nadia sul braccio.
Malachi sarà la salvezza della cieca Lela e lei sarà il pezzo di umanità che mancava a lui, la sua tanto agognata pietà.

Devo dire che mi aspettavo qualcosa in più da questo libro. Ho notato che le psicologhe tendono ad enfatizzare i traumi molto più di tutti gli altri scrittori, il che rende poco scorrevole le loro storie. Malgrado però l'inizio poco attraente mi sono affezionata ai personaggi e non vedo l'ora di leggere delle loro avventure nei prossimi romanzi. Soprattutto mi interessa il punto di vista di Malachi,  il personaggio che a mio dire è il più  riuscito di tutti.

Ho la tendenza a creare una mia personale colonna sonora quando leggo e questa storia mi ha ispirato la canzone dei RED "let it burn".

VOTO:


Questa recensione è stata scritta da VANESSA

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