sabato 28 febbraio 2015

Numero zero - Umberto Eco

Genere : Romanzo d’attualità/storico, noir
Casa Editrice : Bompiani
Prezzo : Euro 17,00
Pagine : 144

TRAMA: La storia è ambientata nella Milano del 1992, in piena Tangentopoli. Nel caos politico, un affarista prova a farsi strada mettendo in piedi un giornale pensato per alimentare calunnie verso i nemici e ricattare i potenti. Una macchina del fango per nulla lontana dalla realtà di oggi. Una redazione raccogliticcia che prepara un quotidiano destinato, più che all'informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant'anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell'ombra Gladio, la P2, l'assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent'anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all'improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un'esile storia d'amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l'università e si è specializzata nel gossip su affettuose amicizie, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia che si svolge ad inizio anni ‘90 in cui si prefigurano tanti misteri e follie del ventennio successivo, proprio mentre i due protagonisti pensano che l'incubo sia finito. In questa cornice Eco ricostruisce, attraverso le vicende dei protagonisti del romanzo, gli avvenimenti più marci e gli intrighi di questi anni tumultuosi per la cronaca.

LA MIA RECENSIONE: Dopo 5 anni dal precedente romanzo, “Il Cimitero di Praga”, Umberto Eco torna a comporre una storia romanzata ma con forti riferimenti alla nostra storia italiana. Attraverso la cronaca di una redazione giornalistica, formata da personaggi, ognuno caratterizzato in modo egregio, l’autore esprime una forte critica all’individuo, capace, oggi come un tempo, di serbare cattiveria con il proprio comportamento e nella relazione con il suo prossimo. Di lettura molto semplice, nonostante le tematiche forse un po’ ostiche trattate, mi sono trovato coinvolto e impressionato dalla minuzia particolare con cui da una pagina all’altra ci si senta proiettati nell’ambiente italiano di fine Novecento e di come, volenti o nolenti, si arrivi a motivare il protagonista e il comportamento messo in atto semplicemente per sentirsi “un po’ meno diverso tra i diversi”.
 L’autore ambienta la vicenda negli anni ’90, più di 10 anni prima dell’anno corrente, 2015, è una scelta molto particolare che, a mio parere, rappresenta molto il senso e il significato di quello che lo scrittore vuole trasmettere : il marcio, la corruzione di quegli anni viene inevitabilmente associata ai tempi moderni e il lettore si trova inevitabilmente a prendere parte e dissentire dai personaggi, dalla loro palese immoralità ma allo stesso tempo cercare di racchiuderli in un sottoinsieme, “non sono tutti come loro, quindi va tutto bene”, riflessione non banale in questi anni di crisi, economica e non. Si rimane affascinati dalla storia e vicenda umana di Colonna, umile e sottomesso protagonista, che, suo malgrado, viene coinvolto in questa “macchina del fango” imposta dall’editore, ho rilevato in lui però l’unico barlume di “umanità”, l’unico personaggio che “fa ciò che si deve fare” solo per i soldi, per sollevare la propria condizione di fallito e permettersi un futuro dignitoso, futuro che ad un certo punto desidera dividere con una ragazza, altra dipendente della redazione, nel corso della storia progetterà un’ideale di famiglia con lei e non si farà travolgere dal “lavoro sporco” che lo impegna. Lo consiglio a tutti coloro vogliano una storia impegnata ma molto esplicativa delle dinamiche italiane di fine secolo, non mancano momenti umoristici molto evidenti, che alleggeriscono anche il libro, perché, tutto sommato, è una redazione giornalistica di sbandati, incapaci di essere oggettivi e seri, per questo creatori di vere e proprio scenette di riso. Concludo con il voto da 1 a 5 : 4, sono rimasto colpito da una storia molto ben costruita, non ho trovato i livelli egregi della scrittura dei tempi de “Il Nome della Rosa” ma Eco continua a stupire ed entusiasmare con una narrativa senza eguali.

“I perdenti, come gli autodidatti hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto.”

Queta recensione è stata scritta da JAPAN YOUNG.

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